Vecchi mestieri: non solo anziani ma anche giovani tecnologici ed innovativi

Vecchi mestieri: non solo anziani ma anche giovani tecnologici ed innovativi

13/04/2015

Uno dei mestieri più antichi del mondo si intreccia con una delle rivoluzioni più recenti: l’agricoltura diventa 2.0

Questo uno degli scopi della presenza dei partecipanti all’Expo. La comunità del cibo infatti, tema dell’Expo 2015 vedrà la presenza di contadini under 40 che sfateranno il mito che coltivare la terra è una cosa da vecchi, senza avvalersi né di nuove tecnologie, né delle novità che possono influenzare anche questo mestiere.

Ma non solo contadini, bensì anche artigiani, pescatori, allevatori, pastori, cuochi, rigorosamente under 40 saranno presenti all’Esposizione Universale a Milano dal 1 maggio al 31 ottobre 2015, con Terra Madre, progetto concepito da slow food, network che si riferisce ad “un’ umanità eterogenea e diversissima nel colore, nel credo, nella lingua, nei costumi, nelle abitudini. Un’umanità senza gerarchie né strutture, aperta, libera e curiosa, legata nel nome di “comunità del cibo”: nuclei di produttori del cibo quotidiano nel rispetto dell’ambiente e dell’umanità”, così come viene definita sin dalla sua nascita.

La rete di Terra Madre è una rete libera, “liquida”, fluida, diffusa in 150 Paesi del mondo con le proprie specificità e che in tutto il mondo affronta problemi analoghi fornendo risposte sorprendentemente simili. Qui sono nate cooperazioni, incontri e scambi, intense interazioni che hanno saputo superare le difficoltà linguistiche e comunicative, le lontananze geografiche e culturali. Momenti che hanno cambiato la vita a molte persone e a molte comunità, che hanno toccato con mano il fatto di non essere sole a lottare per un’agricoltura di piccola scala, pulita, in armonia con la terra e l’uomo.

La presenza dei lavoratori, under 40 è motivata dalla volontà di screditare lo stereotipo dell’anziano contadino isolato, che non conosce e non usa le nuove tecnologie della comunicazione, ignaro delle magnifiche sorti dell’agricoltura industriale e ingabbiato in un finto immobilismo passatista.

Al contrario questi giovani conoscono bene i successi della modernità così come i suoi clamorosi effetti perversi, gli apporti positivi così come tutte le falle di insostenibilità del sistema alimentare mondiale e nel rispetto sanno rigenerare la sapienza dei loro vecchi. I giovani che arriveranno a Milano hanno confidenza con le produzioni moderne e sanno ben figurare nel campo del marketing e della promozione di un modello alternativo.

Spesso sono essi stessi i protagonisti di cambiamenti di paradigma che non solo hanno mostrato che un altro sistema produttivo e distributivo è possibile, ma hanno anche ridato centralità all’inscindibile rapporto tra uomo e natura, che in definitiva è un rapporto dell’uomo con sè stesso.