Invecchiamento: “La ricerca può migliorare la qualità della vita”

Invecchiamento: “La ricerca può migliorare la qualità della vita”

Parla Germano Paini, responsabile del progetto dell’Università di Torino #HackUniTO for ageing, ospite a Milano del Festival delle Generazioni in Tour.

20/10/2017

“L'invecchiamento è un caso emblematico di come la ricerca può aiutare la qualità della vita”. A parlare è Germano Paini, docente dell'Università di Torino e responsabile del progetto #HackUniTO for ageing, tra i relatori dell'incontro “Domotica, robotica e i nuovi longevi” nell'ambito della tappa milanese del Festival delle generazioni, in cui si parla di un nuovo “welfare tecnologico” grazie al quale è possibile offrire servizi e assistenza tramite smartphone o dispositivi di nuova generazione. Qualche esempio? App che monitorano lo stato di salute, dispositivi che avvisano il caregiver di una situazione di allarme, robot umanoidi per assistere anziani o pazienti a ridotta capacità motoria. Ma quanto possono effettivamente agevolare la vita quotidiana queste tecnologie? “Innanzitutto, va precisato che l'invecchiamento non è un tema che riguarda solo gli over 65 – precisa Paini –. Esiste un naturale invecchiamento che comincia dalla nascita, e addirittura ancora prima nella fase di gestazione. Per questo esistono progetti di ricerca sull'alimentazione della mamma per ridurre, ad esempio attraverso il consumo di olio di oliva extravergine, l'invecchiamento a lungo termine”. L'ageing poi riguarda diverse dimensione della vita: l'abitare, “per il quale domotica e robotica possono fare molto”, la salute, la mobilità, “gli anziani potrebbero essere il target giusto per le auto a guida autonoma”, le relazioni interpersonali. “Ricerca e impresa devono lavorare insieme perché l'altra caratteristica dell'invecchiamento sano e attivo è che è un tema urgente adesso, ma si svilupperà negli anni e lo diventerà sempre più – continua Paini – Bisogna aiutare le imprese a capire cosa succederà: si preoccupano di mettere sul mercato un prodotto o un servizio per i clienti di oggi, ma devono tenere conto che i bisogni di quei clienti, cambieranno in maniera radicale, per quantità e qualità, con gli anni”.

Mettere in contatto ricercatori e impresa che si occupano di invecchiamento sano e attivo è l'obiettivo di “#HackUniTO for ageing”, il progetto lanciato dall'Università di Torino per valorizzare la ricerca di tutte le università e degli organismi di ricerca nazionali dedicata all'ageing e di cui Paini è responsabile. “Siamo partiti da Torino e oggi abbiamo coinvolto 860 ricercatori di 29 università italiane, la prospettiva è cambiata – spiega Paini – Questi ricercatori sono il più grande centro di ricerca sull'invecchiamento attivo”. Insieme hanno messo a disposizione 260 progetti, di cui 70 sono stati giudicati di interesse potenziale per le aziende. “A settembre 70 ricercatori hanno seguito un corso di formazione per capire come aumentare l'impatto del proprio progetto – aggiunge Paini – La ricerca deve entrare in relazione con l'impresa per arrivare a un risultato, obiettivo di #HackUniTO for ageing è favorire questo incontro”. Tra le proposte ci sono device tecnologici per migliorare la capacità di individuare le criticità, progetti di sostegno ai caregiver, progetti strettamente clinici, di riabilitazione per malattie cognitive come l'Alzheimer e di prevenzione a tutti i livelli, come ad esempio test ed esercizi per valutare le fragilità cognitive. “Un device che migliora la qualità della vita è quello che individua la disidratazione nella persona anziana – racconta Paini – Si tratta di una piccola scatola, che sta in mano e si può tenere in tasca. Quando la impugni ti analizza e ti dice se è il momento di bere e di quanta acqua hai bisogno. Un applicazione semplice – conclude – ma fondamentale per affrontare una criticità che riguarda le persone anziane, il fatto che si dimenticano di bere o non ne sentono la necessità”.

Nell'incontro “Domotica, robotica e i nuovi longevi” (Palazzo delle stelline, Milano dalle 16 alle 17.30) oltre a Paini parteciperanno Cosimo Accoto, Mit visiting scientist, Simona Amadesi, responsabile area comunicazione istituzionale Inail e Francesco Maietta del Censis. L'incontro è introdotto da Linda Gobbi di Future Concept Lab e moderato da Mauro Sarti di Redattore Sociale.

Fonte: Redattore Sociale