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Festival Tema Edizione 2014/2015

Né vecchi, né giovani: tutti cittadini

Né vecchi, né giovani: cittadini

Il tema di questa edizione nasce da una riflessione dell'economista Giulio Sapelli.

Il principio ispiratore è rovesciare l'assunto che oggi sia in corso una lotta tra generazioni e che lo strumento che i vecchi hanno per fare pressione sui giovani sia il debito pubblico.

Lo stato accumula debito sia attraverso l'imposizione fiscale, sia attraverso i risparmi frutto dei sacrifici delle generazioni passate, presenti e future.

La realtà è un'altra. E' impossibile che esista uno Stato in costante pareggio di bilancio. Lo Stato è un'entità in continua evoluzione e il pareggio di bilancio è o un'illusione o uno strumento ideologico per distruggere la spesa pubblica e gli investimenti pubblici.

Invece del conflitto tra generazioni va posto in evidenza il principio di cittadinanza conquistato, dopo decenni di lotte, dai lavoratori e dalla cultura solidaristica di molti segmenti della borghesia internazionale, consapevole che non può esservi crescita senza pace e coesione sociali.

Dobbiamo cominciare a smontare la macchina ideologica e menzognera del debito pubblico come lotta tra generazioni. Solo così facendo si può veramente aprire una prospettiva per le nuove generazioni, oggi annichilite dall'altissima disoccupazione e dalla crisi del sistema educativo.

Se guardiamo alla spesa pubblica in forma comparata, vediamo che l'Italia è uno dei paesi europei con più bassa spesa pubblica. Questo vuol dire, fondamentalmente, che il debito è un prodotto della bassa crescita economica e che il primo fattore di questa crescita economica inerisce al fattore demografico.

Il problema sono i tassi di attività della popolazione, in Italia tra i più bassi al mondo: in percentuale si inizia tardi a lavorare e si finisce più presto di quanto non accada in altri Paesi europei.

In questo contesto l'Europa continua ad essere un gigante economico con i piedi di argilla. La decrescita prosegue: i mercati interni continuano a restringersi per un colossale spostamento di ricchezza dal lavoro al capitale.

Per questo, il filo conduttore di tutto il nostro discorso politico-culturale è dar vita a un diverso punto di visto sul tema del debito pubblico. Lo spreco pubblico non va confuso con la spesa pubblica che, unitamente all'economia comunitaria e sussidiaria, è oggi l'unico modo per incentivare il rilancio degli investimenti e dell'occupazione.

Se così non sarà, l'Europa diverrà una stella cadente e di ciò i primi a pagare il prezzo saranno i cittadini. Occorre, quindi, ripensare a una riforma delle Istituzioni di rappresentanza europea, ridisegnando il profilo di un continente federale e solidale che realizzi il sogno degli Stati Uniti d'Europa con una forte valenza sociale.

Giulio Sapelli