Dialoghi tra le generazioni: lettera di un figlio al padre

Dialoghi tra le generazioni: lettera di un figlio al padre

22/06/2016

Ogni generazione è caratterizzata da pro, contro, tipicità, abitudini e difficoltà. Tutte o quasi, spesso ricordano come se fosse ieri, il proprio esame di maturità!


Oggi le giovani generazioni di maturandi hanno affrontato la prima prova e tra le tracce figura il rapporto padre-figlio. Prendendo spunto dalla letteratura, riportiamo una poesia di Camillo Sbarbaro, letterato dell’inizio del ‘900 che mostra nei confronti del padre un affetto incondizionato, al di là della paternità biologica.


Padre, se anche tu non fossi il mio

Padre, se anche tu non fossi il mio
padre, se anche fossi a me un estraneo,
per te stesso egualmente t’amerei.
Ché mi ricordo d’un mattin d’inverno
che la prima viola sull’opposto
muro scopristi dalla tua finestra
e ce ne desti la novella allegro.

Poi la scala di legno tolta in spalla
di casa uscisti e l’appoggiavi al muro.
Noi piccoli stavamo alla finestra.

E di quell’altra volta mi ricordo
che la sorella mia piccola ancora
per la casa inseguivi minacciando
(la caparbia avea fatto non so che).
Ma raggiuntala che strillava forte
dalla paura ti mancava il cuore:
ché avevi visto te inseguir la tua
piccola figlia e, tutta spaventata
tu vacillante l’attiravi al petto,
e con carezze dentro le tue braccia
l’avviluppavi come per difenderla
da quel cattivo ch’era il tu di prima.

Padre, se anche tu non fossi il mio
padre, se anche fossi a me un estraneo,
fra tutti quanti gli uomini già tanto
pel tuo cuore fanciullo t’amerei.